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“Racconti Oltre il Velo” Il Piccolo Popolo

Rubrica: Sussurri dal bosco - incontri col fantastico


Nel corso dei millenni, grazie alla scrittura, l’arte e soprattutto alle testimonianze orali tipiche delle società agro-pastorali, l’uomo ha tenuto vivo il ricordo degli “spiriti” e della profonda relazione tra noi e questi esseri straordinari tramandando ai posteri come e dove trovarli e in quale modo riuscire ad entrare in contatto con loro, sempre rispettando il loro essere “entità” e custodi del Mondo Naturale. 


Il rapporto tra l’uomo e gli spiriti ancestrali è presente già anticamente nelle prime testimonianze artistiche rupestri, a partire dal 40.000 a. C. I nostri antichi avi hanno, infatti, riportato nelle pitture su roccia svariate figure umanoidi e teriomorfe, entità ultraterrene che sono state registrate insieme a immagini geometriche, animali stilizzati e paesaggi, e che rappresentano appunto il primo folclore conosciuto nella storia. Molte di queste entità magiche e spiriti della Natura, descritte e tramandare in epoca moderna, sono probabilmente uguali a quelle rappresentate nelle grotte rupestri.


Tali entità sono comunemente note col nome di “Piccolo Popolo” o “Buon Popolo” e sono diventati eterni protagonisti dei racconti di fondazione di antiche civiltà, del folclore e delle tradizioni popolari locali compresa quella italiana oltre alle popolazioni europee e alla più nota irlandese.

Si tratta di esseri soprannaturali, classificabili come “numi” del bosco. Contrariamente alle divinità arcaiche, che appartengono alla sfera dell’aldilà e che quindi non abitano il nostro mondo, i numi sono legati alla vita e agli ambienti vegetali. Il folclorista Robert Kirk li definisce di natura intermedia fra l’uomo e l’angelo - come si riteneva lo fossero i demoni più antichi - possiedono una mentalità intelligente e appassionata e corpi leggeri e mutevoli, visibili maggiormente al crepuscolo. I loro corpi sono simili a nuvole condensate o aria congelata. Vivono nell’antro della terra prediligendo piccole collinette o le grotte sotterranee, le loro abitazioni sembrano essere grandi e belle, ma non visibili ad occhi umani. Si nutrono della linfa degli alberi, della rugiada dei fiori o dell’umidità dell’aria, del grano che portano via dai nostri campi o dei cibi che fanno sparire dalle nostre cucine.


Nel nord Italia si identifica la loro presenza in quelle zone che presentano un aspetto geografico collinoso nelle quali, strutture ricavate all’interno delle rocce, hanno alimentato un'ampia tradizione popolare ricca di racconti. 


Il primo ingresso di tali creature nella letteratura magica la si deve all’opera del celebre medico e mago rinascimentale Paracelso De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus.

Secondo lo studioso tali esseri alchemici, legati ai tradizionali quattro elementi, occuperebbero un livello intermedio, una dimensione immateriale ed invisibile, tra realtà ed evanescenza spirituale che non a tutti è dato penetrare.

Nel primo capitolo del De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus si precisa che queste creature, pur essendo molto simili all’uomo per caratteristiche fisiche e intelligenza, sarebbero prive dell’anima che appunto distingue l’uomo dal mondo animale. Paracelso afferma che “Per essere uomini non manca loro che l’anima. E poiché gli manca l’anima, non pensano né a servire Dio né a seguire i suoi comandamenti […] Così, come tra le creature terrestri l’uomo è quello che s’avvicina più a Dio[…], tra gli animali sono i nostri esseri quelli che si avvicinano più all’uomo”.


Dunque gli Elementali (così vengono chiamati questi esseri) non possono essere definiti né buoni né cattivi, perché non avrebbero coscienza della differenza tra il bene o il male. Tuttavia alcuni alcuni spiriti sortirebbero effetti positivi sull’uomo, altri negativi, ma sembrerebbe sia praticamente impossibile evitare il contatto con queste entità che pullulano nell’atmosfera, pronte a rispondere al richiamo dei moti psichici riflessi nell’aura umana.

I numi del bosco, pur essendo potenti e talvolta pericolosi, sono comunque avvicinabili, infatti le testimonianze che li riguardano sono svariate. La loro connotazione rimane comunque ambigua, possono offrire consigli, ricchezze e benessere, ma non come l’intende l’essere umano, a livello materiale, un concetto che la natura stessa non contempla, bensì a qualcosa che possa essere equiparato al risveglio del mondo vegetale e dell’animo. Spesso, nei racconti più cruenti, capita che questi spiriti chiedano dei sacrifici di una certa importanza, come la rinuncia di persone particolarmente care (figli o amanti) per avere, in cambio, salva la vita. C’è da dire che questo genere di richieste si presentano nei casi in cui non si siano rispettate le leggi della natura, quindi, piuttosto che maligni, tali numi, li si potrebbe definire intransigenti. 


Un tempo il Buon Popolo viveva in superficie, ma accadeva prima che gli umani abitassero la terra: hanno una loro gerarchia con a capo la “Regina delle fate”, posseggono leggi morali, hanno figli, si legano affettivamente tra loro attraverso il matrimonio e organizzano i loro defunti in sepolture proprio come noi. La loro lingua ed il loro abbigliamento imitano la gente del posto dove risiedono.


In una particolare zona della Bretagna prendono anche il nome di Sidhe - popolo delle colline - possono essere visti e la loro musica sentita. Questa antica razza vive ancora in Irlanda e si dice che sia la più giovane e immortale razza divina conosciuta dagli antichi uomini di Erin, conosciuta come Tuatha De Danann, discendenti della Dea Danu. La leggenda narra che quando i Tuatha De Danann, antichi sovrani dell'Irlanda arcaica, si allontanarono dall’isola a causa dei Milesi, vennero respinti sotto terra. Da quel giorno il loro re regna nel suo palazzo sotto la collina fatata di Knockma ed è in questo modo che noi conosciamo le loro origini.


Tamara e Barbara, le custodi di “Racconti Oltre il Velo” introducono così la loro nuova rubrica sul #blog22:  un viaggio alla scoperta degli esseri che alimentano i racconti del “Buon Popolo”.


Bibliografia:

Robert Kirk - Il regno segreto; 

Alberto Mari e Ulrike Kindl - Il Bosco, miti - leggende e fiabe;

Grahm Hancock - Sciamani “I maestri dell'umanità”



Testo di Tamara Barbarossa (@tamara_barbarossa)

Illustrazione di Barbara Aimi (@aimi.barbara)

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