MELO (herbarium)
rubrica: Erbavolario
Il Melo domestico, nome botanico Malus domestica, è una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee ed è una delle più diffuse piante da frutto coltivate.
L'etimologia del suo nome deriva dal latino tardo "melum", a sua volta derivante dal termine dorico "malon". Potrebbe avere un legame con il termine indoeuropeo "mal" con il significato di "molle", "dolce".
Il luogo d'origine del Melo selvatico, il Malus sylvestris, progenitore del Melo domestico, sembra essere stato identificato nel Kazakistan, nella zona di Almaty. È questa la specie madre di tutte le mele: è la mela più antica del mondo, la progenitrice di tutte le specie attualmente esistenti.
Questa pianta ha origini che si perdono nel tempo; nel 1929 il biologo sovietico Nikolai Vavilov ne ha rintracciato dei fossili in Kazakistan, ai piedi delle Montagne Celesti del Tian Shan, ai confini con la Cina.
Il melo è un piccolo albero deciduo di 3-10 metri di altezza, con una chioma densa ed espansa e un apparato radicale superficiale. Le foglie sono alterne e semplici, a lamina ovale, leggermente seghettate, con apice acuto e base arrotondata, di 5-12 centimetri di lunghezza e 3–6 centimetri di larghezza, glabre superiormente e con una certa tomentosità sulla pagina inferiore. Il picciolo è lungo 2–5 centimetri.
I fiori sono ermafroditi di colore bianco-rosato esternamente e bianco internamente, a simmetria pentamera. Hanno una corolla composta da 5 petali e sono larghi 2,5-3,5 centimetri. Sono riuniti in infiorescenze a corimbo, in numero di 3-7. La fioritura si svolge in primavera. L'impollinazione è entomofila. Il frutto, detto pomo o più comunemente mela, è in realtà un falso frutto, che si forma per accrescimento del ricettacolo fiorale insieme all'ovario; ha forma globosa, generalmente di 5–9 centimetri di diametro, prima verde e a maturazione, estivo-autunnale, con colore variabile dal giallo-verde al rosso.
Il frutto vero, derivato dall'accrescimento dell'ovario, è in realtà costituito dal torsolo, di consistenza più coriacea rispetto alla polpa. Il pericarpo contiene cinque carpelli disposti come una stella a cinque punte; ogni carpello contiene da uno a tre semi.
Tollera benissimo il freddo e, con l'eccezione di qualche varietà, può sopportare temperature fino a −25 °C, ma non le gelate tardive, che possono procurare seri danni alla coltivazione. Il Melo può essere coltivato ovunque, ma preferisce un clima fresco, un terreno ricco di humus e le zone che si trovano tra i 600 e i 1.000 metri sopra il livello del mare. La pianta teme la siccità e i ristagni idrici.
Dai fiori del Melo si può ricavare il miele, ma essendo questi poco appetibili alle api, la produzione si concentra quasi esclusivamente nelle zone di estesa coltivazione come la Campania, l'Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige.
L'albero e il suo frutto sono simbolo di prosperità e di fecondità, sempre presenti in luoghi mitici come il Giardino delle Esperidi o l'Avalon dei Celti, in cui regnano immortalità e atmosfere idialliache; ma anche, attraverso lo scorrere del tempo, causa e poi soluzione di discordie.
Questo frutto racconta di importanti simbolismi, primo tra tutti la conoscenza del bene e del male. Ecco allora la mela raccolta dall’albero nel Giardino Terrestre e mangiata da Adamo ed Eva; o quella d'oro che Paride consegna alla dea da lui ritenuta più bella tra Era, Atena e Afrodite.
Per i Celti il Melo era invece uno dei tre alberi magici, simboleggiando immortalità, saggezza e guarigione e il suo frutto portava a rivelazioni su realtà al di là di quelle conosciute. Nella mitologia bretone infine, il Melo era presente ad Avalon (il cui significato è appunto meleto), la terra dove vivevano e riposavano gli eroi e dove si rifugiò e guarì re Artù, gravemente ferito. Si racconta che presso questa pianta Merlino insegnava la magia.
In medicina spagyrica la segnatura planetaria primaria del Melo è in Venere. Agisce quindi sui reni e sull’equilibrio idrosalino e stimola la purificazione del sangue. La sua azione è anche diretta verso gli organi della fonazione: gola, laringe, faringe e corde vocali. Dalle sue gemme si ricava un gemmoderivato che ha proprietà antisenescenti sul sistema nervoso centrale, permettendo di preservare le funzioni cerebrali, e che regola la produzione degli ormoni sessuali sia femminili (con effetti positivi sulle vampate di calore in menopausa) sia maschili.
Il Melo selvatico trova il suo impiego nel fiore di Bach 'Crab Apple', che dirime la discordia con se stessi e aiuta ad accettarsi, accogliersi e volersi bene per come si è. Il Melo ci invita quindi a portare bellezza nella mente, nel corpo e nello spirito. Ma è una bellezza diretta anche verso l’ambiente che ci circonda, invitandoci a creare un giardino curato intorno a noi. Questa pianta ci rende consapevoli dell’importanza del nostro contributo affinché questo accada, senza nasconderci dietro la credenza che da soli non possiamo cambiare niente, ma scoprendo che il nostro contributo è fondamentale per far sì che tutto si riempia di bellezza fuori e dentro di noi. Il messaggio del Melo è quindi quello di guarire e purificare le ferite, per poter nutrire nuovamente di bellezza i nostri pensieri, il nostro spirito, il nostro corpo e la terra che abitiamo.
La mela è uno dei frutti più utilizzati in medicina naturale, proprio per le sue caratteristiche: contiene acqua, fruttosio, vitamine A, C e del gruppo B, pectina, flavonoidi( vitamina P), sali minerali, terpeni e acidi organici. Il costituente principale della mela è l’acqua che è pari all’85% delle sostanze dell’intero frutto e la cui presenza abbondante ne fa un frutto dalle proprietà dissetanti e diuretiche. Gli zuccheri semplici, come il fruttosio, ne permettono il consumo anche ai soggetti diabetici. La presenza di vitamina A dona alla mela proprietà antiossidanti che combattono i radicali liberi, mentre le vitamine del gruppo B proteggono il sistema cardiovascolare e le mucose di occhi, bocca e intestino. La vitamina C rinforza il sistema immunitario stimolando la produzione di collagene e facilita l’assorbimento del ferro. La pectina, presente nella buccia e, in misura minore, anche nella polpa, regola le funzioni intestinali, specie in caso di diarrea. I terpeni conferiscono alla mela il sapore e l’aroma tipici del frutto.
I sali minerali presenti nella mela favoriscono l’eliminazione dei grassi e dei liquidi in eccesso. La vitamina P ha effetto antiossidante, rinforza i capillari e riduce la formazione del colesterolo “cattivo”. Altri minerali della mela, come ferro e rame, aiutano a curare e prevenire l’anemia. Gli acidi organici della mela, infine, facilitano la digestione, massaggiano le gengive e hanno un effetto sbiancante sui denti.
Consumare mele non ha particolari controindicazioni. Semplicemente possono causare gonfiore, produzione di gas, crampi allo stomaco, diarrea o costipazione se si esagera nel consumo oppure se si è intolleranti a certi principi attivi. L'unica controindicazione riguarda principalmente possibili reazioni allergiche crociate, più probabili in soggetti allergici alle betulacee.
Ricordiamo che "naturale" non è sempre e comunque sinonimo di sano.
In Armonia,
Barbara
Testo e fotografie di Barbara Fontana (@la_casa_di_melia)
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