top of page

La raccolta, gli utilizzi, il “calderone”

rubrica: Il vostro Druido di fiducia


Ed eccoci qua, l'anno è iniziato con la voglia di trasmettervi qualcosa di bello. 

Oggi mi sono svegliato e ho trovato sui social una domanda che mi capita spesso “Come si usa la rosa canina?”

Eravamo rimasti, nel precedente articolo introduttivo, che vi avrei parlato di un po’ di cose in questo blog, quindi mi piacerebbe confrontarmi con voi riguardo ad un argomento. Perciò parleremo di piante e di raccolta. Ci sono un sacco di piante nel periodo freddo che cominciano a intravedersi nelle nostre passeggiate, mentre ascoltiamo il vento magari ci imbattiamo in un arbusto o una foglia particolare. Questo è quello che la volta scorsa ho chiamato “richiamo”: sentire una pianta che ci chiede la sua cortese attenzione nel mio mondo è sintomo di tante cose, potrebbe essere che abbiamo bisogno di quella pianta in quel momento o che per un motivo particolare sta attirando la nostra attenzione per mandarci un messaggio o ancora, a seconda della disciplina che ascoltiamo, altri mille messaggi diversi.

Ci tengo a dire che questo in cui ci stiamo addentrando è un mondo vasto e ricco di sfaccettature, ma che le piante tendono a lavorare su più livelli, hanno un potere molto più ancestrale e connesso del nostro.

Però c’è un però. 

Cosa dovremmo pensare prima di raccogliere un pianta?

Innanzitutto dovremmo assicurarci che non sia dannosa per noi, o per chi ci sta accanto. L’ortica insegna ad esempio che raccogliere le piante a mani nude e senza conoscerle spesso causa alcuni “pruriti”.  Cerchiamo quindi di riconoscere la pianta, magari con una foto, esistono applicazioni apposite almeno per capire di che famiglia sia e via dicendo. Poi viene sempre la parte di studio, ovvero confrontiamoci con un libro, o con qualcuno con maggiori conoscenze delle nostre, per capire di cosa si tratta con sicurezza (potrebbe sembrare un passaggio scontato nell’epoca della conoscenza e del sapere tecnologico e invece può fare un'enorme differenza). Poi possiamo eventualmente raccoglierne un paio di foglie per studiarle da più vicino.

Esistono sicuramente mille utilizzi che chiameremo “primari” e che sono più semplici, per i quali cioè non necessitiamo di alcuna info extra. Per esempio circondarci di una pianta che ci piace, per odore, colore, sensazione a livello ornamentale spesso fa già un grandissimo lavoro. Degli utilizzi che sono alla portata di tutti per alcune piante, una tisana ad esempio, possono risultare più consapevoli e utili una volta che ne conosciamo la natura.

Ma prima di gettare tutto nel “calderone” bisogna saperne molto di più. 


Una piccolissima digressione sul “calderone”:


I Druidi rispettavano infinitamente i Metalli, la loro grande forza era di perfezionare qualsiasi cosa trovassero sul loro cammino soprattutto con l’invenzione tecnica più ingegnosa: il calderone. (...) Il calderone diede ottimi risultati nel campo della medicina, permettendo di sviluppare elisir e miscele di piante capaci di produrre sempre più efficacemente estratti vegetali altamente concentrati, oppure decotti, bevande e tisane, oli e alcolati: il calderone fu senza dubbio il primo vero strumento farmaceutico dell’uomo, divenne in sostanza la coppa simbolica che apre dimensioni superiori alla vita terrestre. (...) Il calderone infatti può diventare il modello di un’etica, di un modo di vivere, di rapportarsi al GRANDE TUTTO, di amare il mondo, di aiutare gli altri viventi, di creare attraverso il proprio cammino, di risvegliare la propria dimensione divina, di trasmettere la verticalità che diventa chiave del passaggio, e di morire per rinascere e reintegrare l’immensità del cuore della divinità. 

[tratto da “La magia e la saggezza dei Druidi” di Bruno Geneste e Paul Sanda]

Ho condiviso con voi queste parole da una delle mie letture per farvi capire come già anticamente si pensasse che fare pozioni e miscelare erbe andasse ben oltre il semplice atto pratico.

Nel raccogliere le piante siamo sempre consapevoli di cosa facciamo, di quante ne raccogliamo, di essere rispettosi nei confronti della pianta dalla quale attingiamo per appunto morire per rinascere come scritto sopra. Ricordiamoci sempre che siamo parte di un ecosistema forte, ma anche delicato. Di piante che sopravvivono nonostante noi e non per noi. E che tutte le proprietà che ci concedono possono essere molto forti, ma anche sfuggire al nostro controllo se non abbiamo abbastanza consapevolezza di quello che facciamo.


Tornando al motivo che mi ha portato a scrivere qui, parlandovi della rosa canina (nel periodo invernale potrebbero essere tante altre piante come il ginepro, la senape etc.) va detto che è una pianta molto robusta, ma prima di raccoglierla sarebbe bene fargli fare almeno una gelata per renderla più tosta, cosa che non tutti sanno. Il problema è che comunque ha le sue peculiarità in lavorazione e che, quando la raccogliamo, stiamo togliendo cibo a un sacco di animaletti, fringuelli e varie perché come può essere ricca e importante a livello di proprietà per noi lo è altrettanto per la fauna locale.Qui torniamo al punto della consapevolezza, di come raccogliamo, prendendoci il giusto tempo, e non “disboscando” dove passiamo. Bisogna raccogliere un paio di drupe da una pianta e procedere spostandosi. La raccolta così diventa una passeggiata e un modo per scaricare anche un sacco di tensioni che possiamo portarci dietro. In questo modo possiamo trovare una connessione con la natura stessa e riuscire a metabolizzare il messaggio di quella pianta, capendo infine perché ci abbia “chiamati”.


Puoi recuperare la prima parte attraverso gli articoli del #blog22 e se ti fa piacere puoi seguire le mia attività anche sulla mia Pagina Facebook: Creazioni Druidiche.


Aspetto i racconti delle tue esperienze. 

Il Vostro Druido di Fiducia

Elia Bianzino,

ma puoi chiamarmi “Elia il Druido”


Testo di Elia Bianzino

Fotografie di pixaby



15 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments

Rated 0 out of 5 stars.
No ratings yet

Add a rating

Associazione Culturale La Chanceria

P.Iva 16588161006

MAIL TO:

lachanceria@gmail.com

CELL:

3922505249

© 2025 La Chanceria Lab 

 

Proudly created with Wix.com

bottom of page