IL MAIS E LA PIOGGIA
rubrica: Racconti Sensoriali
La natura è pace, armonia, tranquillità, silenzio.
No, non sempre.
La natura fa rumore; può svegliarti nel cuore della notte con un tuono o con l’abbaiare di un cane. E la mattina, il gallo? Che te lo dico a fare?
Oggi voglio raccontarvi ben due episodi che ho vissuto recentemente.
I protagonisti sono due animali piccoli, ma che si sanno difendere molto bene.
EPISODIO UNO
È mattina, il sole è già alto ma l’aria di settembre lo mitiga e lo rende piacevole nel suo calore. Entro nel piccolo orto per sistemare il mais piegato dal vento. Tiro su pianta per pianta, le foglie croccanti sotto il mio tocco, le sistemo di nuovo erette legandole a legni biforcuti e canne resistenti. Mentre sistemo l’ultima, sento un dolore acuto e pungente penetrarmi l’indice destro. Lancio un piccolo urlo e lascio andare il mais a terra, anche un po’ spaventata. Cosa è stato? Osservo il punto della pianta che avevo nella mano in quel momento e mi accorgo di una mantide verde brillante, panciuta e agguerrita. Senza nulla di personale, ha difeso il suo ventre ripieno di uova dalla mia aggressione volontaria.
Vi giuro che non sapevo che le mantidi, oltre a divorare la testa degli amanti, pizzicassero le dita!
EPISODIO DUE
È notte. Il buio è sceso già da un’ora e i cani della fattoria mi guardano affamati.
Esco di casa e mi dirigo verso il gabbiotto che custodisce il mangime.
Ha piovuto un po’ e le mie narici avvertono subito il dolce odore di ozono.
In lontananza canta una civetta.
Lungo la breve strada che percorro, mi accorgo con la coda dell’occhio di qualcosa che si muove a terra.
È uno scatto, morbido e scuro, silenzioso.
Melek, il nostro cucciolone nero, scatta a sua volta raggiungendo quel muto movimento.
Mi avvicino anche io: è un rospo dal manto lucido e maculato, saltella indisturbato.
Melek abbaia, la coda indecisa, il muso curioso, osserva l’animale che ha visto poche volte.
Che succederà?
Saltella Melek, e lo stesso fa il rospo, per nulla spaventato.
Il piccolo animale non accenna ad accelerare, sicuro che quelle enormi fauci non lo afferreranno.
Gli anfibi non hanno predatori, saltellano viscidi e sicuri, ritmo costante.
Un po’ li invidio. Potessi anche io andare così per la vita!
Testo di Carla Marcialis (carla_marcialis_)
Fotografia di pixaby
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