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I fiori di camomilla e l’antico Egitto


Ha petali bianchi e un profumo inebriante; gli antichi Greci, per denominarla, decisero di unire due termini: chamái e mélon, ovvero “piccola mela”. La pianta in questione è la camomilla, circondata di leggende e curiose credenze popolari. 

Nelle campagne, era uso comune lavarsi le mani con l’acqua che aveva ospitato fiori di camomilla: questo gesto avrebbe portato fortuna; oppure custodire un fiore di camomilla dentro la tasca di una camicia, per far sì che la persona amata provasse il medesimo affetto. Possiamo affermare che la pianta di camomilla fosse considerata come un “angolo magico di natura” che, grazie al suo aroma tenue e rilassante, poteva essere bruciata come incenso durante le meditazioni oppure usata come una sorta di incantesimo durante bagni e docce.



Pare che a scoprire questa pianta, furono gli antichi Egizi. Importante, a tale proposito, è la testimonianza racchiusa nel Papiro di Ebers, datato 1506 a.C. che ci spiega come il popolo usasse la camomilla per abbassare la febbre e prendersi cura dell’epidermide.

Secondo gli Egizi, il fiore di camomilla presentava una forte somiglianza con il sole e, per questo motivo, decisero di consacrarlo al dio Rà.

In accordo con il popolo del Nilo, più tardi anche Plinio e Ippocrate avrebbero consigliato di utilizzare la medesima pianta per scopi medici, per lenire disturbi come il mal di testa, l’insonnia e l’ansia. 

Tornando in Egitto, è curioso sapere che tracce di camomilla furono ritrovate nella mummia del faraone Ramsete II. Si pensa che, date le proprietà di questi fiori, essi furono posti proprio lì per accompagnare il faraone nell’aldilà. La camomilla non era considerata soltanto un calmante, capace di allontanare il nervosismo e di far tornare la serenità nell’animo dell’essere umano, bensì era in grado di scacciare via le incertezze e le paure, infondendo grande consapevolezza, coraggio, sicurezza e forza d’animo. Per questo era importante che il faraone la portasse con sé durante il viaggio: la camomilla lo avrebbe aiutato a spazzare via ogni timore e attraversare il mondo dei defunti, per poi incontrare la luce e la pace eterna.


Ancora oggi, se ci lasciamo ispirare dal linguaggio segreto che custodiscono i fiori, la pianta di camomilla è considerata il simbolo della forza, del coraggio di combattere ogni sfida e affrontare i problemi che possono turbare il quotidiano. L’infuso alla camomilla è consigliato per chi ha bisogno di ritrovare la calma e la serenità.



Testo e fotografia

di Giulia Savarelli

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