Edera, usi e simbologia
rubrica: La Natura nel tempo
L’edera (genere Hedera, famiglia delle Araliaceae) è una pianta rampicante sempreverde, conosciuta per la sua capacità di aggrapparsi a superfici diverse e di crescere rigogliosa anche in condizioni avverse. La sua resistenza e il suo carattere perenne l’hanno resa un simbolo potente e versatile in molte culture, usi tradizionali e contesti folkloristici nel corso della storia.
L’edera era già conosciuta nell’antichità, apprezzata per il suo valore simbolico e pratico. Nella Grecia antica, la pianta era sacra al dio Dioniso, il dio del vino, dell’estasi e della fertilità. Le sue foglie erano utilizzate per decorare i tirsi (i bastoni rituali) e le corone indossate durante le feste in suo onore, come i baccanali.
Nella Roma antica, l’edera era associata sia a Dioniso (che i Romani identificavano con Bacco) che a Venere, la dea dell’amore. La sua capacità di avvolgere gli oggetti in modo saldo e persistente la rendeva simbolo di legame e fedeltà amorosa. Era comune utilizzare l’edera come ornamento nelle case, nelle cerimonie e persino nelle osterie, per indicare la presenza di vino.
In Egitto, l’edera aveva significati funebri e spirituali. Era considerata simbolo di eternità e rinascita, grazie alla sua natura sempreverde, ed era spesso rappresentata in contesti religiosi e artistici legati all’immortalità.
Durante il Medioevo, l’edera acquisì un ruolo ambivalente nel folclore europeo. Da un lato, era considerata una pianta protettiva, in grado di respingere gli spiriti maligni e le influenze negative; per questo, veniva coltivata vicino alle abitazioni o appesa nelle stalle. Dall’altro lato, la sua associazione con Dioniso e i culti pagani fece sì che fosse guardata con sospetto da alcuni ambienti cristiani. Nonostante ciò, l’edera continuò ad essere apprezzata nelle decorazioni religiose, specialmente durante il Natale, dove la sua perennità era vista come un simbolo della vita eterna promessa da Cristo.
L’edera è stata utilizzata anche per le sue proprietà medicinali. Le foglie erano usate nella medicina tradizionale per curare problemi respiratori, infezioni cutanee e infiammazioni. Ancora oggi, l’estratto di edera è presente in molti preparati fitoterapici contro la tosse e le affezioni bronchiali.
Oltre all’uso medico, l’edera era impiegata per realizzare tinture naturali e come materiale decorativo, grazie al suo aspetto elegante e alla capacità di coprire superfici ampie.
L’edera è una presenza ricorrente nella poesia e nell’arte, dove simboleggia il trascorrere del tempo e la memoria duratura. Scrittori come John Keats e William Wordsworth hanno spesso fatto riferimento all’edera nei loro versi, evocando il senso di persistenza e connessione con la natura.
Testo di Giulia Savarelli (vulpes_in_fabula_)
Fotografia di Filomena Cocchia (filomenacocchia)
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