A proposito di affetti: In famiglia.
Ho comprato arance della mia terra e ieri ho concluso la colazione con una spremuta. È un'abitudine che mi accompagna da tanto: comincio in autunno e termino quando le arance finiscono ed inizia la bella stagione. In famiglia capitava che le spremute le facesse mio padre al mattino, così come preparava il resto della colazione per tutte noi. Lui poi andava al lavoro e noi figlie e mia madre spesso mangiavamo insieme, prima della scuola. Poi, di fretta a prepararci: saluti tra noi, prima di andare, e via. Ci baciavamo moltissimo: al risveglio, prima di uscire, al rientro, per la buonanotte.
La sera, quando noi sorelle eravamo ancora bambine o adolescenti, restavamo intruppate sul divano a guardare la tv, con i gatti in braccio, che sceglievano a piacere il grembo più comodo. Quando i film erano emozionanti, finivamo aggrinciate le une alle altre, qualche volta anche con gli occhi chiusi e chiedevamo ai genitori: ”È finita la scena?”
La domenica mia madre preparava il sugo: l'odore dei pomodori freschi che cuocevano in pentola non l'ho mai dimenticato.
Parlavamo di tutto: mio padre, finalmente, poteva pranzare con noi, perché nel resto della settimana era al lavoro.
Lui raccontava dei colleghi o degli animaletti che gli capitava di salvare nell'aeroporto in cui lavorava come perito edile.
Da quei campi portava a noi, donne di famiglia, le fresie appena raccolte.E sono ancora questi i fiori che preferisco.
Alla fine del pranzo domenicale spesso cantavamo in coro: magari qualcuno sbagliava l'intonazione o le parole.
E finivamo a ridere come matti.
Ecco: a volte bastano delle arance a colazione per riaprire i ricordi.
Testo di Gloria Lai (Le fiabe di Gloria Lai)
Fotografia di pixaby
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